Roma. (Italia). Si sono celebrate, il 28 e 29 aprile, presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS), le Giornate Salesiane di Comunicazione per giovani in formazione della Famiglia Salesiana, promossa dai Dicasteri e Ambiti per la Comunicazione Sociale e Formazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana e Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilium” di Roma. Le due giornate, che hanno visto la partecipazione di circa 180 persone, oltre ad essere una occasione di incontro e confronto, hanno promosso la formazione alla comunicazione e alla comunicazione sociale abilitando i giovani religiosi/e e i loro formatori/trici alla consapevolezza di una costante auto formazione. Sr Maria Helena Moreira FMA, Consigliera generale per la Comunicazione Sociale, aprendo l’incontro, ha richiamato la finalità delle due giornate e l’impegno a viverle nella condivisione e nella ricerca “per intessere una comunicazione che dal cuore parli al cuore della gente, dei giovani, di ciascuno di voi. Dal cuore di Gesù ai vostri cuori, e comunicando Gesù con la nostra vita!”. Consegnando ai presenti un segnalibro ha detto: “La speranza fondata su Gesù ci aiuta a contemplarlo nello scenario di questo mondo, a comporre la trama di una storia di salvezza. E non siamo da soli! Vi lasciamo una consegna: intessere con lo Spirito Consolatore il filo della speranza nella vostra vita!”. La Tavola rotonda, moderata da don Donato Lacedonio, SDB, ha visto la partecipazione di tre relatori che hanno sviluppato il tema “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” con approcci diversi: Fabio Pasqualetti, SDB, docente della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, ha presentato una breve analisi del contesto socioculturale attuale e la mancanza di speranza e fiducia, offrendo alcune linee di cammino per un’azione positiva educativa; padre Francesco Occhetta, sj, giornalista, ha approfondito la virtù della speranza nella vita quotidiana, facendo leva sul bisogno del discenimento maturo per vivere bene la quotidianità; la dott.ssa Roberta Gisotti, giornalista e scrittrice, ha raccontato la sua esperienza nel vivere il sì alla logica della buona notizia e il no alla spettacolarizzazione del male. Hanno fatto seguito le sessioni parallele dove, partendo da esperienze concrete, i partecipanti si sono confrontati con la comunicazione della speranza e della fiducia su diverse frontiere esperienziali: nelle corsie degli ospedali, con la clownterapia promossa dall’ANTAS; nella famiglia affidataria, con Alida e Luigi che hanno scelto di accogliere un adolescente per offrirgli una nuova opportunità di crescita; nel carcere minorile dove opera sr Aurora Consolini, FMA; nella comunità religiosa, luogo di comunicazione e di creazione di “parole buone” che edificano e strutturano ambienti di speranza (don Carlo Maria Zanotti); nella fruizione dei media attraverso l’esperienza e il progetto dell’AIART; nell’incontro con i giovani attraverso la proposta pastorale di don Fabio Rosini. I formatori e le formatrici si sono controntati con sr Pina Riccieri, fsp, che ha presentato alcune sfide e opportunità della comunicazione digitale nella formazione alla vita consacrata. Nella mattina di sabato 29 aprile i partecipanti sono stati coinvolti in laboratori di media analisys e workshop per comprendere e promuovere una comunicazione “buona” nei testi mediali che quotidianamente si fruiscono: informazione politica, canzone, cinema, vita social e grafica. Don Filiberto González, SdB Consigliere generale per il Dicastero di Comunicazione, presiedendo la celebrazione eucaristica, ha commentato il Messaggio del Papa affidando ai/alle formandi/e il compito di saper guardare la realtà con consapevole fiducia, adottando uno stile comunicativo aperto e creativo per offrire ai giovani del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla buona notizia. Nel pomeriggio, in assemblea, sono stati condivisi i messaggi nella pluralità di linguaggi e creatività, elaborati dai formandi/e come sintesi dell’esperienza “come e quando comunico speranza e fiducia”, da cui sono emersi alcune linee di cammino futuro: vivere l’ecologia della parola, educare lo sguardo e favorire l’incontro con il cuore pieno di fiducia e speranza.