L’Alzheimer è la più comune fra le forme di demenza, che colpisce circa 500mila italiani e 18 milioni di persone nel mondo. Numeri che sono destinati ad aumentare fino a 34 milioni di casi nel prossimo decennio con un’incidenza maggiore nei paesi sviluppati anche a causa dall’allungamento della vita media.
La malattia è un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello.
I primi sintomi per riconoscere la malattia sono dei campanelli d’allarme che posso essere facilmente trascurati. Si tratta in generale della perdita progressiva della memoria e deficit cognitivi che coinvolgono anche il linguaggio.
In particolar modo i 10 sintomi sono :
- Una perdita di interessi e mancanza di iniziativa che può anche essere scambiata per una forma di depressione.
- Una difficoltà a svolgere le attività quotidiane e lavorative a causa della perdita di memoria. Inizialmente si può trattare di qualche episodio sporadico in cui viene dimenticata una data o una scadenza. Mano mano gli episodi si aggravano e diventano più frequenti tanto da compromettere
la possibilità di svolgere le proprie mansioni.
- Problemi di linguaggio che si manifestano nella difficoltà di ricordare una determinata parola o di usarne altre non appropriate
- Cambiamenti di umore repentini
- Difficoltà nel pensiero astratto che si traduce nel non sapere riconoscere numeri o fare calcoli
- Disorientamento sia per quanto riguarda il tempo nel che spazio come non sapere che giorno sia o non essere in grado di arrivare in un posto anche ben conosciuto.
- La malattia compromette anche la capacità di giudizio e di prendere decisioni appropriate rispetto alla situazione anche solo come vestirsi rispetto al tempo.
- Un cambiamento della personalità
Molti di questi episodi, in forma molto più lieve, posso manifestarsi anche in persone non malate: dimenticare una parola, dimenticare il giorno o anche avere una perdita di interessi. I sintomi non vanno trascurati e i test psicologici e analisi mirate come la TAC in grado di evidenziare l’atrofia cerebrale.