Disabilità, a Viterbo c’è un parco giochi integrato dove tutti i bambini possono giocare e sorridere insieme

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1500874_10202527687744416_1898044624_oA Viterbo c’è un parco giochi dove i bambini con disabilità motorie e psichiche possono giocare e divertirsi insieme a tutti gli altri bambini. E’ il giardino della solidarietà: un parco giochi integrato, inaugurato sabato 7 dicembre, e realizzato dal corso “Patria” della scuola per sottoufficiali dell’esercito italiano.
Un “progetto sogno” reso possibile grazie alla sensibilità dei marescialli neopromossi che, prima di lasciare l’istituto, come da consuetudine, hanno fatto un’azione di beneficenza per la cittadinanza che li ha ospitati per due anni.
Invece che limitarsi a donare soldi a questa o quell’organizzazione, i neomarescialli hanno voluto lasciare un segno tangibile del loro passaggio: hanno realizzato un parco giochi integrato dove i bambini possono giocare senza differenze né limiti e possono sorridere insieme nel giardino della solidarietà. 1483129_10202628072688244_198234981_nNel parco ci sono giostre accessibili ai bambini disabili che, nella maggior parte dei casi, non sono mai saliti su un’altalena o su altre giostre. Nel parco è stata istallata un’altalena su cui possono salire anche i bambini in carrozzella: la carrozzella viene bloccata su una pedana che dondola. Poi c’è un girello che, oltre ai posti per normodotati, ha due posti per le carrozzelle: in questo caso l’integrazione tra i bambini è totale perché ci salgono insieme. Durante l’inaugurazione c’erano tanti bambini, di tutte le età e con svariati problemi; ma l’entusiasmo e l’emozione erano comuni a tutti.
Una ragazzina di 15 anni in carrozzella è salita per la prima volta su un’altalena, un’altra bimba di 8 anni si è messa a piangere per la gioia. C’erano anche ragazzi più grandi e bambini piccolissimi: un giorno di festa cui hanno partecipato diverse associazioni, tra cui Antas con i suoi clown del sorriso: era importante che ci fossero loro per avvicinare i bambini ai giochi, visto che in molti casi erano intimoriti dalla presenza di questi “adulti in divisa”.
E’ importante sottolineare che oltre all’impegno dei marescialli c’è stato il supporto di istituzioni, organizzazioni e cittadini che, nonostante il periodo di difficoltà economica, hanno messo in campo tutti gli sforzi possibili per realizzare questo progetto.