Alzheimer, una malattia ancora senza cura. Ad Happy Valley la pet therapy offre un valido supporto.

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zooantropologiaIl morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza senile: un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l’individuo che ne è affetto incapace di una vita normale. Di solito si associa l’Alzheimer all’anziano perché la malattia esordisce oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche prima anzi sono sempre più numerosi i casi di pazienti più giovani. Il decorso della malattia può essere diverso nei tempi e nelle modalità sintomatologiche per ogni singolo paziente, ma ci sono una serie di sintomi comuni, frequentemente associati nelle varie fasi con cui si suddivide per convenzione il decorso della malattia. C’è una prima fase lieve, cui fa seguito la fase intermedia, e poi quella avanzata; il tempo di permanenza in ciascuna di queste fasi è variabile da soggetto a soggetto, e può durare anche diversi anni. La malattia viene spesso anticipata dal cosiddetto “mild cognitive impairment”, cioè un leggero calo di prestazioni in diverse funzioni cognitive in particolare legate alla memoria, all’orientamento o alle capacità verbali. Non è detto che questo calo cognitivo sia seguito dall’avvio dell’Alzheimer. Con la malattia i casi di amnesia diventano progressivi e si accompagnano ad altri deficit.
Nonostante la patologia sia stata descritta per la prima volta agli inizi del ‘900, ancora oggi non esiste una cura risolutiva. Le terapie che si utilizzano attualmente offrono soltanto piccoli benefici sintomatici e possono parzialmente rallentare il decorso della patologia; non è stato ancora scoperto un trattamento in grado di arrestare o invertire il percorso degenerativo. I pazienti di Alzheimer vengono quindi gestiti prevalentemente con terapie non farmacologiche e a prendersene cura sono spesso i familiari. L’incidenza di questa patologia cresce sempre di più in tutti i Paesi, anche in quelli in via di sviluppo; di pari passo crescono i costi economici e sociali: si stima che il costo economico per la cura dei pazienti affetti da demenza a livello mondiale sia di circa 600 miliardi di dollari all’anno, con un trend di crescita che lo porterà nel 2030 ad aumentare dell’85%, facendolo diventare uno dei maggiori oneri per i sistemi sanitari nazionali e le comunità sociali.
E’ sempre più urgente offrire alle famiglie di pazienti affetti da Alzheimer dei supporti terapeutici, viste le scarse risposte che si trovano sul territorio. Un supporto valido arriva sicuramente dalle terapie con gli animali(TAA), la cosiddetta pet therapy, che grazie all’aiuto e alla presenza di animali da compagnia si riesce a strutturare un efficace percorso di riabilitazione. Molto diffusa è già la pet therapy con i cani, ma sta prendendo piede sempre di più l’onoterapia che è appunto la terapia con gli asini: l’asino è un animale estremamente docile e questa caratteristica è fondamentale perché riesce a trasmettere emozioni positive al paziente e ad avere un effetto stabilizzante dell’umore. Ci sono già diversi studi scientifici che testimoniano l’efficacia di queste cure: i pazienti affetti da Alzheimer che hanno partecipato a percorsi terapeutici di questo tipo hanno presentato un numero significativamente inferiore di disturbi comportamentali e di episodi di caduta accidentale, che sono tipici della malattia. I pazienti, attraverso l’interazione con l’animale, diventano più attenti e concentrati, oltre che meno aggressivi. Si hanno risultati anche a lungo termine nel ritmo sonno veglia e nell’appetito: tutti sintomi di un concreto rallentamento del percorso della malattia. Non sono tante le strutture che si occupano di queste coterapie, realizzando percorsi realmente efficaci per i pazienti affetti da Alzheimer. Antas onlus è sicuramente il principale riferimento per l’onoterapia in Italia: presso il centro Happy Valley a San Polo dei Cavalieri (Tivoli, alle porte di Roma), offre la possibilità di praticare in loco l’onoterapia. Questa struttura è fornita di un maneggio coperto dove lavorano cinque asinelli, educati da formatori specializzati. Per informazioni contattare: info@antasonlus.org